007 (r 7

1)1 MONTALE ANO

MELODRAMMA SEMISERIO

IN DUE ATTI

DA RAPPRESENTARSI

NELL’ I. R. TEATRO ALLA SCALA

<X’ (iflutuuuo i 8 3 5 e '

MILANO

PER LUIGI DI GIACOMO PIROLÀ

M.DCCC.XXXY

.

1

.

-

MUSIC LIBRARY UNC-CHAPEL HILL

PERSONAGGI

3

ATTORI

CARLO Marchese di VAL-

MORE. Sig.r Poggi Antonio.

AMELIA, diluì sorella. Sig.a Bay lou-IIilaret Felic.

Il Conte ODO ARDO DI MONTALBANO.

CHIARA, chiamata di lui figlia. ARSENIO.

G E RV A S 1 0 , m aestro .

5ig.r Salvatori Celestino.

Sig.a SctlORERLECHNER SOFIA. Sig.r Novelli Pietro.

Sig.r Frezzolini Giuseppe.

MARIANNA, governante. Sig.a Buggeri Teresa.

FRISMAN , scudiere di Mon-

talhano. Sig/ Sfiaggi Domenico.

GIULIO, figlio di Val more , d1 anni 5 , che non parla.

Un Capitano d1 Arcieri.

Gentiluomini. - Dame. - Vassalli. - Vassalle. Paggi. - Scudieri. - Domestici. - Arcieri.

L ' azione è nel castello di Vaimore poco distante da Parigi.

PAROLE DEL SIG. GAETANO ROSSI. MUSICA DEL MAESTRO SIG. LUIGI RICCI.

Le Scene tanto dell1 Opera che del Ballo sono d1 invenzione ed esecuzione dei signori Cavallotti Baldassarre e Menozzi Domenico.

4

Maestri al Cembalo

Signori Panizza Giacomo = Bajetti Giovanni.

Primo Violino } Capo e Direttore d’ orchestra Sig. Cavallini Eugenio.

Altri primi Violini in sostituzione al sig. Cavallini Signori Cavinati Giovanni = Migliavacca Alessandro.

Capi dei secondi Violini a vicenda Signori Buccinelli Giacomo = Rossi Giuseppe.

’i Primo Violino per i Balli

Sig. P ONTELIBERO FeRDINANDO.

Altri primi Violini in sostituzione al sig. Pontelibero Signori De Bayllou Francesco = De Bayllou Giuseppe.

Primo Violoncello al Cembalo Sig. Merighi Vincenzo.

Altri primi Violoncelli in sostituzione al sig. Merighi Signori Gallinotti Giacomo = Storioni Gaetano.

Primo Contrabasso al Cembalo Sig. Della Valle Pietro.

Altro primo Contrabasso in sostituzione al sig. Della Valle Sig. Ronchetti Fabiano.

Prime Viole

Signori Maino Carlo = Tassistro Pietro.

Primi Clarinetti a perfetta vicenda Signori Cavallini Ernesto = Corrado Felice.

Primi Oboe a perfetta vicenda Signori Yvon Carlo rrz: Daelli Giovanni.

Primi Flauti

per V Opera pel Ballo

Sig. Raboni Giuseppe. Sig. Marcoka Filippo.

Primo Fagotto Sig. Cantò Antonio.

Primi Corni da caccia

Sig. Belloli Agostino. Sig. Martini Evergete.

Prime Trombe

Sig. Araldi Giuseppe. Sig. Vigano Giuseppe.

Arpa

Signora Eli àlvars Parisi!.

Direttori del Coro

Signori Granateli,! Giulio Cesare rrr Luciiini Filippo.

Editore della Musica Sig. Ricordi Giovanni.

Vestiaristi Proprietarj Signori Briani e figlio, e Mondimi.

Direttore della Sartoria Sig. Giovanni Mondini.

Capi Sarti

da uomo da donna

Sig. Colombo Giacomo. Sig. Paolo Veronesi.

Berrettonaro

Sig. Giosuè Paravigini.

Attrezzista proprietario Sig. Fornari Giuseppe.

Direttore del Macchinismo, ed Ispettore all’ Illuminaziont

Sig. Innocente Ogna.

Macchinisti

Signori Abbiati fratelli.

Parrucchiere

Sig. Bonacina Innocente. Capi-illuminatori

Signori Abbiati Antonio = Pozzi Giuseppe.

6

BALLERINI

Compositore del Ballo Sig. Monticini Antonio.

Primi Ballerini serj

Signor Priora Egidio - Signora Pegbin-Priora Augusta Signora Filippini Carolina - Signor Caldi Fedele - Signora Rossetti Clotilde

Primi Ballerini per le parti

Signor Ronzani Domenico - Signora Colombon Luigia Signori: Montani Lodovico - Bocci Giuseppe - Trigamia Pietro - Fietta Pietro Signora Grippa Carolina - Signor Ghedini Federico - Signora Volpini Adelaide

Signor Bianciardi Carlo.

Primi Ballerini di mezzo carattere e per le parti

Signori: Baranzoni Giovanni - Spina Nicola - Dalla Croce Carlo Caprolti Antonio - Rugali Antonio - Rugali Carlo - Villa Francesco Pagliaini Leopoldo - Pincetti Bartolomeo - Croce Gaetano Boresi Fioravanti - Bavetta Costantino - Viganò Davide.

Ballerine

Signore: Montani Gesualda - Carcano Gaetana - Braghieri Rosalbina Morlacclii Angela - Molina Rosalia - Braschi Eugenia - Angelini Silvia

Beretta Adelaide.

Imperiale Regia Scuola di Ballo Maestri di Perfezionamento

Signor Guili.et Claudio - Signora Guillet Anna Giuseppina. Maestro di Ballo Signor Vii.lenf.uve Carlo.

Maesti-o di Mimica Signor Bocci Giuseppe.

Allieve

Signore: Ancement Paola - Ciocca Giovanna - Romagnoli Giulia Superti Adelaide - De Vecchi Carolina - Zamhelli Francesca Morlacchi Teresa - Conti Carolina - Frassi Adelaide Brambilla Camilla - Viganoni Luigia - Visconti Antonia - Monti Luigia Zucchinetti Antonia - Pirovano Adelaide - Rizzi Virginia - Charrier Adelaide Tamagnini Giovanna - Angelini Tamiri - Bellini Luigia - Cotica Marianna Marzagora Luigia - De Vecchi Michelina - Domenichetti.s Augusta Bussola Antonia - Bertuzzi Metilde.

Signori: Viganoni Solone - Gramegna Giovanni Battista - Colombo Benigno Oliva Pietro - Colombo Pasquale - Borri Pasquale - De Vecchi Giuseppe Senna Domenico - Meloni Paolo.

Ballerini di Concerto N.° 12 Coppie.

I

ATTO PRIMO

SCENA S.

PARTE DELIZIOSA DE' GIARDINI NEL CASTELLO DI VAL- MOBE. Montagnuole abbellite da emblemi di festa eolie ini¬ ziali C V, da ghirlande, c bandiere color di rosa. Un laghetto, sopra il quale un ponte parimenti adorno di ghirlande sospese e d1 emblemi. Derceaux fioriti avanti il palazzo, che si vede alla destra dello spettatore. Due terrazzini laterali al primo piano di quello. Boschetti, viali.

Gentiluomini , Dame, Parenti di Valmore, che arri¬ vano j alcuni dai palazzo 3 altri da’ viali j va/j seduti sotto i bcreeaux : s" uniscono a poi in

Coro.

Giulivi all’ aure echeggiano Campestri suon’ d’ intorno.

Canti d’ amor festeggiano Di lieto Imene il giorno,

E fausto il Cielo arridevi Nel vivo suo fulgor.

Mai più belF alme strinsero In Terra Imene e Amor.

$ ATTO

Vi spedì il Cielo un Angelo

(. Marianna viene 3 e presenta de3 mazzi di fiori alle Dame)

Chiara donò a Yalmor.

Mar. Dite pur ben eh’ è un Angelo!.. ( coti Ma li7 e piu bello il cor. compiacenza )

Un cor clic insieni formarono Virtù, pietà, candor.

La figlia - non somiglia (a mezza voce

Per nulla al genitor. verso alcuni )

Cono E questo Montalbano

Chi ben conosce ancor?

Ei nacque in Francia e nobile: (avarie parti) Si dice ricco un dì.

Sua gioventù fu torbida:

Di Francia poi sparì.

E dove allor passò?

Ciò sempre s1 ignorò.

Diceano in suol Germano...

Soldato... Cortigiano...

Mar. Di là, qui ancor bambina,

Chiara a educar mandò.

Si vuol gran giuocatore,

Ognor dissipatore,

D’iniquo cor, fallace...

Capace d’ ogni orror.

Tutti Basta guardarlo in viso...

Non v’ è più dubbio allor.

Ma ornai di lui cessiamo,

A Chiara sol pensiamo,

E dividiamo il giubilo

Che merta il suo bel cor. (a varj gruppi

s3 allontanano)

t

PRIMO

9

SCENA II.

FrISMÀN da un viale , che precede MONTÀLBÀNO., traversano il ponte e sJ avanzano .

Fris. Vedete? Tutto è pronto: s’ attendea Sol clie tornaste voi pel sacro rito.

Mon.Pìù non si compirà. Tutto è finito.

Fris. E come? E tanto amore...

Tante belle speranze Di Chiara e di Vaimore!..

Mon. Oh mio fedele ,

Me pur tradì la sorte ognor crudele.

Da tai nozze anch’ io sperava I favor’ più lusinghieri.

Io, già ricco, ritornava A’ primieri miei piaceri.

Era mio già tutto il Mondo, $ Giuoco, amori, fasto ancor...

Che bel sogno seduttor !

E poi tutto in un momento!..

Tutto, amico, è andato al vento, (ca- Questa lettera decise, vando una lettera * Le speranze mie recise } che poi ripone') Ed io sono rovinato,

Lacerato dal furor.

Ma, giacché noi siam qui soli,

Di quel foglio il gran segreto Palesatemi, Signore.

Assoluto è a me divieto Di sposar Chiara a Val more.

Ma il comando e chi si piglia Or su voi... su vostra figlia?

Fri».

Mom.

Fris.

Moii.

Fris.

i O

Mon.

Fris.

Mon.

Fris.

ATTO

Figlia !..

( mai'cato )

Fkis.

Fp.is.

Ghia.

Forse !..

Zitto.

E come ?

A me figlia è sol di nome.

E ... {in questo da una stanza sul terrazzino

. Di Chiara questo è il canto, odesi Chiara Nella calma d" un Eliso

Minna i giorni suoi vivea:

che canta')

Le parca del Ciel sorriso Quanto intorno a se vedea. Dolci moli, voti ignoti Agitavano il suo cor ...

Questa vita fu animata Dallo spiro dell’ amor.

Giunse T ora fortunata Che 1’ univa al suo tesor.

Fris. Mon. Canta, canta! E presto il pianto, L’ abbandono ed il dolor.

Or saper vorrei da voi

Fris.

Mon.

Del divieto la cagione.

Fn

is.

Mon.

De gli immensi beni suoi Io credea Valmor padrone ...

Che ii perda v è periglio?..

Per un certo testamento Quasi tutti andranno al figlio Dell’ estinta di lui sposa,

E di Chiara poca cosa A’ figliuoli resta allor. {dalla ktessa stanza Ma ., stanno allegri intanto, odesi Fai. che E la voce di Valmor. canta )

Fkis. Mon. Canta, canta! È presto il pianto,

L’ abbandono ed il dolor.

Val. Per amar, costante, ardente

Alma in se n Gualtier chili dea.

Fris.

PRIMO

ÌT un perduto ben dolente Tristi i giorni suoi vivea. Sospirava un eor che a? voti Rispondesse del suo cor. Trovò in Minna il sospirato, Innocente, ardente amor. Giunse il giorno fortunato Che P univa al suo tesor.

SCENA Ili.

Ma manna, i Gentiluomini, Dame, che sopraggiungonoj poi V AI-MORE e GilIÀRA dal palazzo con Giulio, preso a mano, in mezzo a loro j AmELLA, ÀRSENIO, PAGGI, SCUDIERI.

M ar. Viva Chiara!

Alcuni del Coro Montalbano!

Altri E arrivato!

Tutti (perso Mon .) Ben tornato !

Mon. Miei Signori ! (cortese j ma serio )

Mar. Coro Val. Ghia.

Ame. Ars.

(Sta accigliato.)

M’ abbracciate, o Montalbano. (correndo Padre mio... la vostra mano... verso Moni) Ma che! appena li guardate!

Val. Chi a, Ame. Ars.

Esitate! Sospirate!

Val. Ghia. E clic mai pensar degg’ io ì IN ou mi fate più penar.

Mon. Io non so trovar accento, (con simulato sforzo Cruda pena per voi sento. dolore )

Ma il dovere a me T impone,

Lo comanda la ragione.

O Vaimore!.. Vostra sposa Esser Chiara ornai non può.

ATTO

3 2

Tutti * All ! ( con grido ed affanno')

Ghia. Giusto Ciel! che dite mai?

Val. Montalbano! e su qual fede!..

Mo.u Di Bremont il testamento ...

Vostro figlio solo erede...

L’ ignorava... consultai...

Ghia. Così dunque!..

Mon. E già deciso. .

4

Ame. Mar. Chia. Ars.

Deli! cedete...

Val. Montalbano !..

Ame. Mar. Ghia. Àrs.

Per pietà ...

Mon. (fìngendo intenerirsi) Tacete... È vailO.

Ghia. Val. lo lasciarti! Ah! ne morrò, (girandosi in Ame, Mar. Fris. ì Come rapida la gioja braccio uno del - Ars. Coro Qn affanno si cangiò! V altra)

Ciiia. Val. (a Mon.) Ame. Mar. Coro

Due cor che adoransi Non disunite:

Il mio ben unico Non mi rapite.

Le nostre lagrime Trovili pietà.

di’ e a me resti, essa

Sia mi° consorte, a

Qualunque sorte Ci basterà.

Solo dividerci Morte potrà.

Coppia cara Non disunite;

La nostra Chiara Non ci rapite.

Di lor sentite, Signor, pietà.

Ella qui resti ,

Le sia consorte, Qualunque sorte Lor basterà.

L’ affanno i miseri Ucciderà.

PRIMO

i3

Mon.

Nel mio cor leggere Se voi poteste Strazio terribile Vi scorgereste. Troppo dei miseri Sento pietà!

Ma la ragione... Dover, onore! Cedere amore A lor dovrà. (Forse una vittima Poi ci vorrà.)

Frts.

(Come sa fìngere Quel Montalbano Il padre tenero,

Il cor più umano, Sensi i più nobili, Virtù, pietà!

Ma del padrone In core io leggo: E già preveggo Quel che sarà.

Qualcuno vittima Ne resterà.)

CfiiA.Caro, caro Giulietto! Ed io più madre

Esserti non dovrei? ( abbracciando Giu. con tenerezza ) Val. Speriam.

Mon. ( marcato ) Suo padre

Sp oso a voi non fia mai.

Seguimi, Frisman. (piano partendo)

Fris. Ma die dunque?..

Mon. Udrai, (par-

Mar. Facce di mal augurio! tono )

Ghia. ( desolandosi ) Oh mio Vaimore!

Val. Quel duol d’ immenso amore Deb! calma, o Chiara mia.

Ars . (a Chi a.) Tu, che educai,

Il cui bel cor d’ ogni virtù mirai Accendersi, brillar... che, di me degna,

Amo qual figlia ...

CuiA. (baciandogli la mano) All! queste lodi... (commossa) Ars. Imprendi

A meritarle. Attendi ...

E spera.

Val. Sì, Chiara, speriam.

Ars. Se in Cielo...

,4 ATTO

Premio di tue virtù, scritto è tal nodo,

Si coiti pira.

Val. Sì, mia sarai.

AmE. ( abbracciando Chi.') Cognata ...

Ma più, amica diletta!

Mar. R esterete

Colla vostra Marianna ... con Giulietto...

Ghia. Caro Giulio! ( baciandolo )

MàR. E con lui... {segnando Fai. j e tutti)

Con lei... e con tutti noi!

Ghia. Ah! sì; felice io sarò sol con voi. {entrano nel

palazzo )

SCENA IY.

GervASIO dal fendo osservando gli apparati j ec.

Bello! vago! benissimo! Là... canti... {con ironia) Festoni... emblemi ... qua cifre d* amore ...

C V - Chiara, Volatore! (p oi con rabbia)

Chiara!.. Tutto per lei! Tutto per questa Sentimental caricatura! Ed io...

Proprio, non fo per dire,

Non la posso soffrire. Elhi ha incantato 11 Signor di Yalmore,

M io onorevole allievo. Ei se la sposa...

E intanto il figlio suo di primo letto,

Il mio caro Giulietto,

Così ne va a soffrire.

Una matrigna! Ah! non la so inghiottire.

SCENA Y.

Yalmore, due Scudieri, e Gervasio. Val. I più veloci miei destrier1. Seguirmi

PRIMO 1 5

Voi dovrete a Parigi. (ai Scudieri )

Ger. ( sorpreso ) Oli!., e che, Signore,

Voi partite? In quest’ ore! ( marcato )

Presto è notte, e passar per la foresta!

Voi sapete eli’ è infesta Da tanti masnadieri!

Val. E chi li teme?

E troppo d’ arrivarvi, oh Dio! mi preme. Ger. Ma... non fo ... ( con curiosaci)

Val. Tra le braccia vo a gittarmi

Di Pxiclielieu. E mio zio. Per me egli sente Il più tenero affetto. Egli è possente...

Si farà mediator con Montalbano.

Ger. Con Montalban! Ma... che? Non fo per dire..: Val. Ma non sapete voi che Montalbano Mi ricusa la mano ora di Chiara !

Ger. Ah! non potea sentir nuova più cara.

Val. Che?.. Maestro !.. Voi m’amate...

E godete di mie pene !

Ger. Oh! Signore, v’ingannate.

Or gioisco al vostro bene.

Val. Ah ! più bene pel mio core

Senza Chiara non si dà.

Ger. li Signore di Vaimore (marcato)

E pur padre di Giulietto !

E a amabile angioletto Ei matrigna dar potrà?

Val. Che matrigna! Chiara mia

L’ ama al pari di me stesso.

Ger. Ciarle, ciarle! Sembra adesso ...

Ma ... poi !..

Val. Basta: l’offendete.

Chiara mia non conoscete.

Chiara è l’opra la più rara (con entusiasmo E del Cielo e dell’ Amor. e tenerezza)

T 6

Val.

Val.

Ger.

Val.

Ger.

Val.

Ger.

Val.

Gkr.

ATTO

Di mia vita è dolce spiro:

Chiara è il Sol che 1’ abbellisce.

Solo bene cui sospiro,

Che rap isce questo cor.

Come tutto io trovo in lei...

Tutto in essa io perderei:

E languire mi vedreste,

E morire di dol or.

Io v’ascolto e vi compiango:

Si può dar maggior deliro!

Chiara un Sole., un dolce spiro!.. Come esalta mai 1’ amor!

Ma, Signore, e che languire!..

Che dolore! che morire!

Cosa alfine perdereste!..

(Ah! mi scoppia or ora il cor.)

Ch iara intanto rispettate,

Qual mia sposa l’onorate.

Vostra sposa! Risoluto!..

Dopo quel che s e veduto? {con disprezzo} Ehi! Gervasio! e che osereste? ( grave ) Non capirmi fìngereste!

Non più: Dite.

Vi scordaste ( conmisLei'o Quella sera SI fatale! e Jor za crescente) Qual e sera!..

Ah! quale?., quale?

Una sera di procella Dalla caccia tornavate:

Nella stanza sua la bella A sorprender andavate ...

Vi sovvien di quel che allora S’ occupava la Signora?

Giuocolini!., bagattelle!

Un pugnale in man già stretto!..

PRIMO i7

E nell’altra un fazzoletto!..

Una scala a funicelle!..

Un pugnai!.. Voi avanzaste...

Ella tutto allor coprì...

E un gran tuono rimbombò.

Che facea le dimandaste ...

Io la vidi ... impallidì ...

Ed un fulmine scoppiò.

Yi rispose...

Val. Ger. Sì... così...

Son oggetti per commedia Che preparo a te fra dì.

Val. f E difatti una commedia

1 Noi stiam presso ad istudiar.

Ger. I Voglia il Cielo che in tragedia ( Poi non abbiasi a cangiar!

Val. Or per sempre a voi sia detto...

Non più un dubbio... un sol sospetto!.. O ... < fiero )

Ger. Capisco. Amor vi rende ( smanioso )

Cieco ... ingrato. Ma!..

Val. (grave) Che ma?

(a 2)

Ger. Ali!., di’ ora scoppio ... parlar voglio... (non Gridar, sfogarmi, a piacer mio. contenendosi) Sì, v’ha incantato quella smorfiosa... Quella Sirena artifìziosa ...

Con quegli occhietti di sentimento !..

Col collo torto ...col dolce accento!..

Mi scaccerete ... m’ammazzerete...

Quel che vorrete di me farete...

Ma almeno il vero detto vi avrà.

Non vi fidate, non le credete...

Io già soffrire mai la potrò.

18 ATTO

Val. Guai se oltraggiarla ancor osate!..

Mia giusta collera non cimentate. Gl’insulti a lei sono pur miei:

E tollerarli più non saprei.

La sua bell’ anima conoscerete,

E alfìn, qual merta, l’adorerete.

Al zio diletto or io m’ affretto :

Col suo favore, di questo core Sola delizia, Chiara otterrò.

E qui felice al caro oggetto

D’ Amor sull’ ali io tornerò. (Fai. accenna

a Ger. di seguirlo )

SCENA VI.

GABINETTO TERRENO.

Tavolino , sedie, porte laterali.

MontàLBAAO , Frisivi AN , che porta una cassetta che depone sul tarolino . Montalbano V apre j ne toglie un pugnale j un faz¬ zoletto di seta j e una scala di funi .

Mon. A me il pugnale e il fazzoletto *. Al muro

( asconde il pugnale e il fazzoletto nella saccoccia 3 e porge la scala a Fris , )

Del giardin tu la scala appenderai.

Fris. Sarà mia cura, e questi oggetti d’arte

Sembravano a gran colpo già inviati. (> marcato ) More. E per isbaglio venner pria lasciati Nella stanza di Chiara.

FrIS. E come? ( turbandosi )

Mon. Il vero di lei padre è il Conte

Di Rosenberg. Ei l’ebbe dalla figlia D’ un Prence d’ Alemagna, cui già unito Era segretamente. Ei, per sottrarla Del suocero al furor, quando palese

PRIMO

11 suo nodo si rese , consegnolla A mie cure , a mia fede.

La trassi in Francia, e figlia mia si crede. Fris. E la cassetta?

^°*v* Il Conte d’ Alemagna ,

Sott' altro nome, qual lontan parente,

A Chiara di frequente,

Invia regali. Il servo a lei diretta Credea quella cassetta... fiits. c inquieto) E s’ ella mai!

Mon. Nessun timor. Tu sai

Come venne educata nell’amore,

Nel rispetto a suo padre... e nel timore Cli’ io poscia le ispirai.

£ Rls* Sicché torniamo

Dunque a sperar in bene!

Mon. Sì: Vaimore diviene

L’erede di suo figlio. Io posso allora,

Qual era pria col Conte stabilito,

Chiara accordargli , ottengo la promessa Ben ricca vitalizia ricompensa.

Fris. E allegri allor !

M on. Sì: ma si finga intanto

Partir, e Chiara...

Fris. ( osservando ) * Ella ver qua s’ avanza.

Mon. Riporta quegli oggetti alla tua stanza.

T ^ 1 «111 ^ 1 J

9

Fris. Madamigella !

Q verso Cliia. eli entra )

SCENA VIE

MoNTALBANO e ClIIARA.

CfJIA.

(Giusto Ciel ! Che veggio?..

Quella

cassetta! )

Mon.

Chiara . . .

Chia.

Oh padre mio!..

20 ATTO

Mtm.Io desiava appunto di parlarvi Pria di partir.

Chi a. ( sorpn sa ) Glie! Voi partite! e quando?.. Mon. Fra istanti, per Dermont.

Ghia. E di ritorno

Sarete poi?..

Mori. Qui . . . pria che sorga il giorno.

Tutto dell’ ombre avvolto Fia nel silenzio intorno ,

Nel sonno ognun sepolto Fia nel castello ancor.

Voi, siate desta, e tacita,

Pronta a seguirmi allor.

Ghia. S eguirvi! e dove! ed io!.. ( colpita )

Mon. Funge... per sempre.

Ghia. Oh Dio!

Padre... e Val m or!..

Mori. Lasciarlo.

Chia. Lasciarlo!

Per sempre abbandonarlo!..

2)

E senza rivederlo ! . .

Senza un addio d’amor!

Cosi non è possibile

Ch’ io lasci il mio Valmor.

M011. Non lice rivederlo ,

Nud ri re un vano amor.

Le grida frena, incauta!

O temi il genitor.

Chiara! La man porgetemi...

Ghia. Eccola. ( ansia )

Mcm. ( solennemente ) Il Cielo ascoltavi.

Giurate d’ obbedirmi . . .

E di non mai tradirmi.

PRIMO ai

Segrete 1’ opre, i cenni Serbar del padre ognor.

Cmià. Sì: giuro d’ obbedirvi .. .

E di non mai tradirvi.

Segrete 1’ opre , i cenni Terrò del padre ognor.

SCENA Vili.

MoHTALBÀNO che sJ avvia ChiARA gli prende la mano j t si prostra ai di lui piedi j in questo GerVASIO comparisce dall* porla a sinistra j e si ferma reggendo V azione di Chiara.

(a 3)

Ghia. Or che il giuro da me avete,

A’ miei prieghi , deb! cedete.

Differite di qual eh1 ora . . .

Clie una volta il vegga ancora...

Che in addio s’unisca al mio Il suo pianto fra’ sospir’.

E sommessa al mio destino Poi guidatemi a morir.

More. Per voi, Chiara, e per Vaimore A un addio mi geme il core.

Quanto più Valmor n’ è caro,

3N’ evitiam l’incontro amaro.

Il segreto... il vostro giuro!..

Pria del dobbiam partir, (volgendosi

scorge sott occhio . )

(Là Gervasio che n’ascolta!..

Al mio piano ei può servir.)

Ger. (Ah! Tableau! Figlia in dolore Prega a’ piè del genitore !

Il perchè già mi figuro,

Ma papà mi sembra duro.

a2 ATTO

All! si tratta il’ un addio!..

Di partire ... di morir !

Di piacer ballar vorrei S’ ella avesse da partir. )

È permesso? . . ( fingendo cY arrivare in quel punto) Mort. ( stendendogli la mano ) Qual favore !

Ger. (Che brav’uom!) Madamigella!..

Ghia. E Vaimore!.. ( tristamente )

Ger. (Che languore!)

Il mio nobile Signore ( con rabbia 7-epressa) Mi commise, nel partire,

Per il padre _ per la figlia,

Tante cose... affettuose ...

Di speranza ... di costanza . . .

Del ritorno... d’ un bel giorno...

E che tutto sarà ancora A seconda del suo cor.

Chi a. Ah! ( profondo sospiro

Ger. Ali! Che!..

Moro ( marcato ) 11 destili s7 oppone.

Ger. Eli!.. Il destili!., non fo per dire...

More. Iti crudel separazione

Troppo avressimo a soffrire.

Più Valmor qui non ci trova.

Noi sarem lontani allor.

Ger. Bravo! questo è agir da padre,

E da vero uora d1 onor.

Ghia. Ed io, vittima infelice,

In barbaro momento!

Mori. Al dovere obbedirete.

Nello sforzo... al fier cimento Triste padre obbedirete.

(Ricordate il giuramento!)

Cbià. (dcsol.) (Nemmen chiedere pietà!)

Ger. Eh! Uso far madamigella,

v/

Gnu.

Mon.

Ger.

PRIMO ^3

Quanto saggia, tanto bella,

Della sua virtù saprà.

(Lode al Cielo se ne andrà!)

(Ali! virtù non basterà.)

Quando torna il mio Vaimore Gli direte per me addio.

Confortate il suo dolore :

Dite a lui del pianto mio...

Che ben presto il nunzio fiero Di mia morte sentirà.

Ma che intanto il mio pensiero Col mio cor qui ognor sarà.

Calma, o figlia, il tuo dolore:

La virtù ti renda forte ,

E con essa dell’ amore Poi trionfa e della sorte.

Alla calma ed al contento Ridonarti il Ciel vorrà.

(Ti rammenta il giuramento :

All’ albór si partirà. )

Quest’ araldica d’ amore

Non mi par... non fo per dire,

Un affai* da precettore }

Pur di cor vi vo" servire.

Che brav’uom, Signor, voi siete!

Fior di onore e lealtà!

Eh! no , no : non morirete . . .

E chi sa che nascerà ! (escono tutti )

SCENA IX.

yarj Domestici con candelabri j e Marianna, poi Frisman , indi Amelia.

Mar. Portate i candelabri

Nelle stanze degli ospiti , e servite,

*

r

»

*4

ATTO

A' cenni loro. <i Doni, escono )

Fris. (Quìi costei ! ) ( traversando si ferma )

Mar. eleggendolo') (Che ceffo!)

Frisman ? che ricercate ?

Fris. Un lume. Il mio

Padron partito è per Dermont, ed io Me n’ andrò intanto a riposar.

Ame. Marianna!..

Mar. Mia Signora!

Ame. Giulietto!

Mar. Da mezz’ ora è già a letto.

Lo lasciai che dormiva.

Fris. (Ottimamente!

E se n’ avverta Montalbano. ) ( parie )

Ame. E Chiara ?

Mar. Tristamente volgeva

Alle sue stanze. Mi baciò ... e piangeva.

Ame. Poverina ! E lontano anche Vaimore.

Ma d imani, al ritorno suo speriamo Di vederla felice.

Mar. Oh quanto il bramo! ( partono )

SCENA X.

STANZA NELL'APPARTAMENTO DI GIULIO DI VALMORE. Nel prospetto un padiglione che chiude P alcova di riposo per Giulio. Lateralmente alP alcova un cortinaggio avanti una finestra. Due porte a destra e a sinistra. Le superiori sono della stanza, una di Gervasio e P altra di Marianna. Le due altre comunicano agii appartamenti di Chiara ed Amelia. Fra queste si scorgono due porte più grandi, che guidano ad altri appartamenti. Una lam¬ pada illumina la scena. Due tavolini*, sedie.

Montalbano, dalla grande porta a destra guardingo : CHIARA.

Mon. Il momento è opportuno,

Lontan mi crede ognuno.

PRIMO 25

Montalbano , coraggio, questo colpo,

Per sempre, la futura

Tua fortuna assecura. di fuori

Sta in guardia Frisman. Or vediam d’ intorno

S avvi pur desto alcun, (guarda alle porte ed esce

per quella grande a sinistra ) Ghia. ( dal suo appartamento ) L’ultimo addio. L’ultimo bacio al mio

Giulio diletto, e poi... mai più! * Chi esplora

( sJ avvia all’ alcova j e scorge Moti, fuori')

guardingo... a quest’ora! Ciel! Mio padre! S ei mi vede! .. Torniamo. .. Ah ! ch’egli muove A questa parte... e dove Nascondermi?.. Nel vano

Di quest’ ampia fenestra. (si cela ìn fretta dietro

il cortinaggio della grande fenestra ) MON. ( ritornando ) Dormon tutti,

Son Secui’O. (entra nell’ alcova)

GflIA. Gran Dio ! (sporgendo il capo per osservare)

Che tenta !

Mon. ( esce dalV alcova con aspetto atterrito e col pugnale tinto di sangue s* avvia per fuggire 3 osserva il pugnaUj raccapriccia e lo getta . Il pugnale cade sotto il cor¬ tinaggio j ovJ è celata Chiara. Di lei grido soffocato )

Ed or tremo ! Io ! . .

E il pugnai gronda ancor... salviamci... e quale Cupo grido ! ond’ escia ?

M’ illudea l’atterrita fantasia. (/ì/£gO

SCENA XI.

GervASIO in antica veste da camera con berretto da notte e candeliere. Apre la porta . e fermasi sul limitare s poi Mà- rianna, Arsenio , Amelia e Coro a suo tempo.

Ger. Chi è là? Chi è là? Nessun. .. Signor Gervasio, Ella, non fo per dire,

ATTO

Sognava . .. Non signore ,

Ho inteso un certo tal sordo rumore,

Poi, come un grido. Eli! si può dar... saranno I disperati lai , per 1’ abbandono Della nostra fanatica eroina!

Or voglio un veder... voglio sentire...

(s’ accosta alla porta di Chia.j e in alto d’ udire ) Silenzio profondissimo Ma dunque Quel romor!.. Quel tal grido!.. Che Giulietta Sia caduto dal letto !

Poverino ! guardiamo ... * Ali ! Uh ! . .

(* apre un poco il padiglione e scorge Giulio morto j tutto intriso di sangue . Gitta un grido j sJ allontana atterrilo j convulso. Gli cade il can¬ deliere j e resta come immobile . , non potendo arti¬ colar parola')

Mar. (su Ha porta in vesta e cuffia di notte) (.di' è nato?

A quest’ ora , qual urlo disperato !

Ger. Ma... Ma ... Mar... Mari... amia!

Mar. Ohimè! Signor Maestro! Cos’avete!

Parlate... Nou potete!

Ger. ( non potendo ancora ben pronunziare e muoversi c ad¬ ditando l’alcova) Là!, là!..

Màr. (Che la sua testa! ..)

Ger. Gente!.. Servi!.. Madama!.. Padre Arsenio!

Giulio ! . . Correte . . . presto ! . . {facendosi forza )

Mar. Vo’ guardar. . . Ah ! (va alV alcova c retrocede inor- Ars. Qual cluni! Che grido è questo? ridila)

E che fu ?

Mar. Giulio morto...

Ger. ( con desolazione) Assassinato! ( accorrono

dalle porte Cavalieri j Dame j Domestici } Paggi. Prts.) Ar.S. Ciel ! ( guardando al letto) .

Ame. Dam. Giulio assassinato!..

Ars. Coro (dall* alcova) Che mai veggo!

PRIMO *7

Fris. (Fatto è il colpo.)

Tutti Che orrori

ÀME. ( cadendo su d’ una sedia ) All ! eli IO II Oli reggo»

T OTTI

La delizia, il nostro amore!

Ali ! dovea perir così!

Chi fu mai quel traditore !

Quale furia lo colpì!

Vaso fiore sull’albóre,

Che repente, oh Dio! perì! E il suo padre , sventurato , Ouando al fìllio tornerà * Che dirà? Che ne sarà!

Nel suo duolo disperato Consolarlo chi potrà?

Abbia il Ciel di lui pietà !

E barbarie inaudita Impunita resterà!

No : dal Ciel , da noi vendetta Giulio aspetta... e l’otterrà.

Il castello percorr

lamo ete ,

?

Ogni sito

n

es

ìamo.

ate.

L’ assassino , o qualche traccia Forse ancor si troverà.

: dal Ciel , da noi vendetta

Giulio aspetta, e l’otterrà, (il Coro esce.

Fr is. co' serri)

SCENA XII.

Amelia, Arsenio, Gervasio, Marianna, Damigelle.

Ame. E Vaimore !

Ger. ancora

28 ATTO

Si vede Chiara a comparir?

Ars. Signora,

Vi prego , allontanatevi da questo Luogo ornai funesto.

Ame. No : eli’ io voglio

L’ esangue cara spoglia Bagnar del pianto mio.

Mar. L’ amara doglia

Dividerà con voi Marianna.

Ger. E dove

L’ adoratrice del suo Giulio è intanto ?

Ars. Sul suo proprio disastro ella avrà pianto Forse già lungamente.

Mar. Certo ?.. ed or . . .

Ger. Dormirà... placidamente!..

Poverina !

Mar. 11 maligno !

Ame. (a Mar.) Va: la desta,

Dille che a pianger meco qui l’attendo. (Mar. parte)

Ger. No... Signora... dentro! Oh! anch’io con voi... Non fo per dir ... E Chiara !

(Ame. entra nell* alcova 3 due Damigelle la seguono Ger. pure la segue per distoglierla )

SCENA XIII.

»

Arsenio, indi Valmore, con Cavalieri, Domestici

e Vassalli.

Ars. Tu su noi

Veglia, o Dio di pietà!.. Ma qual romore ?

Voci Trattengasi.. . fermatevi . . . Vaimore!

Ars. Cielo! Ei!.. già di ritorno! Ed or !.. Vaimore !..

( Cav. che precedono Val. come opponendosi con pena c affezione onde non entri nella stanza. Altri che lo pregano )

PRIMO

29

Coro

No qui... Signor!..

Val.

{con forza e agitazione) Lasciatemi.

Coro

Amico !

C pregandolo )

Val.

Ornai cessate.

D’onde quel duol, quel Che invali celar tentate?

fremito

Ars.

Vaimore ! . .

{compassionevole )

Coro

( Amico ! (Signor!

{del pari)

Val. ( inquieto ) Ali! Ditemi... *

E Amelia!., e la mia Chiara!..

Ars. Forse per voi sospirano. ( marcato )

Val. Di speme la più cara Io nunzio a lor sarò.

Un bacio intanto al figlio... {avviandosi all’ al- Ars.Coro Là!., no... Valmor... venite. cova)

Val. E voi me n’impedite! {fissando Ars.)

Sgombrate... il voglio, {dall'alcova odesi Ani.) Ame. Oh Chiara !

E dove sei ?

Val. ( colpito ) Mia suora!

Ame. E tu non vieni ancora !

Sola mi lasci a piangere Su Giulio tuo svenato !

SCENA XIV.

AMELIA dall’ alcova ^ ella pronunzia le ultime parole nell* escircj e non reggendo V al. Il padiglione resta schiuso ^ e veggonsi le Dame a’ piedi del letto di Giulio. GervàSIO esce dopo Ante, osservando furtivo un fazzoletto azzurro che tiene in mano.

Val. Gran Dio !

Am. Valmor ! ( scorgendolo j e atterrita)

Val. ( tutti cercano trattenerlo) Qual fulmine!

ATTO

Olà! ( si slancia nell’ alcova t e si gitta sul corpo

Am. Ars. Coro Tutto è svelato! di Giu.)

V.4L. ( subito retrocedendo mal jrggesij freme ansioso)

Oli figlio! J1 Seguirò, {poi con repente molo di disperazione j ca\>a la spada 3 ed è per uccidersi )

Ame. Ars Ger. e Coro.

Clic fate!.. Ali! no... calmatevi,

A noi, Valmor, serbatevi.

Val. Morir, morir lasciatemi...

Più figlio, oli Dio, non ho.

Ame. Ars. e Cono.

Or come cupo, immobile Nel suo dolor restò!

Ger. (Non fo per dire... è simile...

Ma dire ancor non vo\) ( osservando il

fazzoletto)

SCENA XV.

Marianna aJJ'annosaJc i prccedentij poi FrISMAN, e Domestici.

Mar. Oh, mia Signora, son disperata, {ad Ame.) io rh o cercata sinora invano.

Ella è sparita. Quel Montalbano A noi rapita certo V avrà.

Oli la mia Chiara !..

Val. {con soprassalto) J1 di lei nome !

E dov’ è Chiara? Non è qui? Come!

Ger. ( Il mio sospetto si fa maggiore. )

Val. Un nuovo colpo a questo core !

Sì: Montalbano me l’ha vanita.

Ger. Ei partì solo*, forse... è fuggita, {marcato) Val. Come? Che osate? Perchè fuggire?

Ger. Perchè... perchè... non fo per dire... Val. Am. Che dir volete?

FrIS. {entrando) Sono scoperti,

Gli empj assassini . . . Indizj certi

PRIMO 3i

Am. Ar. Mar. Ah ! Lode al Ciclo!

Ger. (M’avrò ingannato.)

Val. Quai son? Clic Giu! io sia vendicato.

Fris. I masnadieri della foresta.

Se esi pel muro. La prova è questa. ( mostrando

una scala di fune )

Val. Cielo! Che miro! ( colpito )

Ame. ( colpita ) Qual rimembranza !

Val. Am. No: non puoi’ essere.

Mar. Qual somiglianza!

Ger. ( 11 mìo sospetto si fa più forte. )

M ar. Persecuzione par della sorte !

Ars. Che fatalissima combinazione!

Ger. Combinazione! persecuzione! ( ironico )

Ma , la Signora è già sparita.

Quella sua scala \ avrà servita.

E poi! e poi! non fo per dire!

Val. Ame*. Non la volete finire ancor!

Ars. Persecutore dell’ innocenza !

Mar. Ars, Su un’ apparenza ! Calunniatore !

Ame. Uomo . . . maligno . . . falso !

Ger. ( riscaldandosi ) A me questo!

Questo a Gervasio ! saldo non resto.

A mio dispetto vi strappo il cor. Val. Tutti Che dir volete? « Ame.\

Ger. (mostra il fazzoletto) Lo ravvisate!

di Giulietto stava sul letto . . .

Con quel sue grida fur soflocate...

È quel medesimo, stessi colori,

Che in man di Chiara, o miei Signori, Con una scala, ed un pugnale,

Che poi nascose , vedeste un dì.

Val, Ame. Ars. Mar. Coro

Qual raccapriccio or mi colpì !

32 ATTO

Ger. (Bravo Gervasio! va bea così) ( breve pausa} Val. Non è possibile, Chiara si trovi... {agita- Che si giustifichi... ite all’ intorno, tissimo ) Fris. Il mio padrone vien di ritorno, {osserv.} Tutti Ali ! Montalbano ! or si saprà.

SCENA XVI-

Montalbano, e i precedenti.

Mon. Qual nuova orribile, entrando appresi!

( con ajf citato dolore )

Le vostre angoscie al cor m’ intesi ,

Non può comprenderle chi non è padre... Chi un cor sensibile in sen non ha.

E vi fu un’ anima così spietata !

Chi fu tal mostro di crudeltà ?

Val. Ancora ignorasi . . . atro mistero . . .

Ger. S han degli indizj . . . sapremo il vero . . . Val. Ebben ! Gervasio !... {severo}

Ger. Muto già sono.

Mon. Ma... la mia Chiara? {guardando attorno} Ger. (Or viene il buono!)

Mon. Fra voi non trovasi? ov’è? che fa?

Val. Ah !... se sapeste !

Mon. Non seguitate!

Che dir voleste ! voi sospirate !

Chi tace e geme !... alcun che freme !...

{osservando tutti)

Val. Mon. ( Oliai fìer presagio tremar mi fa!)

Ame. Ars. Mar. Ger. Coro (Due padri miseri destali pietà!)

Fris. (Ed i miei cenni capir non sa!)

{restano taciturni. In questo dal fondo del cortinaggio odesi un Ah! prolungato debile: tutti si volgono )

Tutti Ma questo gemito , d’ onde venia !

PRIMO 33

Val. Ame. Mi scese all’ anima !

Tutti Di chi mai fìa !

SCENA XViS.

Marianna e Arsenio alzano il cortinaggio : si vede Chiara, alzala sui fianchi j colla testa appoggiata sulla mano destra j e la sinistra sul cuorej qual rivenendo da lungo mortale deliquio. I Personaggi, e il Coro in analoghe azioni di sorpresa ,

Mar. Ars. Eccola! è Chiara! (V ajutano ad alzarsi)

Tutti E come là?

Val.Am.Mon. Chiara !... mia cara !...

ClIIA. (ancor confusa}

Ove

son io!...

Ger. Ah! le sue vesti! guardate!... ( con grido dJ orrore)

Tutti ( con raccapriccio ) Oli Dio !

(tER. Quel sangue !... ( come per fuggire e verso la

rp (Io tremo! finestra)

1 UTTI < T r r

( lo tremo !

Ciiia. ( riavendosi ) Mi parve ... e adesso !. .

Ger. Ecco il pugnale! è quello stesso! (mostrando il Sta va seco ! pugnale raccolto dal vano della finestra )

rn (Ciel! qual orrore!

.Lutti 1 at- r u r

( Mi freme il core .

Essa 1 uccise . . . dubbio non v’ ha.

Ghia. Ah! Tu!.. Vaimore! Ciel! Voi! Pietà!

( Chi a. apre affatto gli occhi: il primo oggetto è V al. che vedej gli corre incontro ei la respinge furente j n è col j pitaj va ad Ame. che la scaccia: si volge j vede MontJf tremaj e si gilta tra le braccia di Mar.)

( Insieme )

Io ti vedea già stringere Questo pugnale ancora :

Certi a vibrare , o perfida ,

2*

Val.

34 ATTO

Colpi studiavi allora :

Sapevi intanto fìngere Sospiri , sguardi , amor !

Baciai la man che barbara Dovea passarmi il cor !

E il Cielo non ti fulmina !

il suol t’ inghiotte ancor!

MoaT. O figlia mia, discolpati:

Ch’ io di rossor non mora :

Capace io non so crederti Di tale eccesso ancora :

Le prove ti condannano,

Ma sei mia figlia ognor . . .

Il suo delirio, o misera,

Pietà mi desta in cor.

La figlia, oh Ciel , non rendermi Oggetto di furor.

Ciha. Oh giusto Dio, che leggere

Puoi solo nel mio cuore,

Tu solo puoi difendermi,

Scolparmi con Val more:

No, che non son colpevole...

Di te son degna ancor. O Fai. )

Sono innocente vittima . . .

Non merto un tal furor.

(Virtù di figlia, oh reggimi In faccia al gcnitor. )

Ge'R. Adesso, a voi, chiamatemi

Maligno, l'impostore!

Guardate ! fa P estatica !...

E fìnge pur candore!

Non fo per dir, sentitela,

Ed è innocente ancor!

Sirena !... no... disifone !...

Oh ! peggio assai di lor !

PRIMO

Ah ! che non so chi tengami ... Io scoppio dal furor.

Àrs. Mar. Ah! queste braccia, o misera, Ti fieno aperte ognora.

Ma 5 per pietà, discolpati: Gli’ io di dolor non mora:

Esser non Pu0. colpevole, puoi r

35

Conosco

È r

.1 SUO 1

il , bel cor. tuo

innocenza in lagrime,

E la virtù in dolor.

(Ah! qui un mistero ascondesi Fra tenebre d’ orror.)

Am. Co. Fr. Capace e chi mai crederla Potea di tanto orrore!

E come sapea fingere Virtù, pietà, candore!

Parea soltanto esistere Per Giulio e per Valmor.

L’aspetto avea d’ un Angelo,

E d’ una furia il cor!

Oh il padre suo ben misero !...

E più Vaimore ancor!

Val. Tratta ornai da’ sguardi miei

Al suo fato sia colei.

Chia. Di Valmor quest’ è 1’ accento!

Da Valmor tal cenno io sento !

Val. E d1 un figlio assassinato

Giusto, irato genitor.

Ger. Bravo !

Cria. Oh Giulio mio diletto!

Val. Pronunziarne il noine ardisci ! . .

Tu... che... il vedi!., {brandendo il pugnale) CtlIÀ. (intrepida presentandosi) A te , ferisci.

36 ATTO

Val. Ebben . . . mori. ( alzando il pugnale )

Tutti Ah! no. ( opponendosi )

Ghia. Lasciato»

Or che perdo in un istante Quanto è caro nella vita,

Or che m’ odia il caro amante . . . Senza speme , senz’ aita ...

Come un ben la morte imploro...

Che mi tolga a tanfi orror.

E per man di lui che adoro lo felice moro ancor.

Val. Osi ancor? qual si conviene Morte avrai, ma infame.

CniA. ( oppressa ) Oh DiO »

Val. Ora carcere, catene...

Ger. Sarà questo ufficio mio ! . .

Mon. Oh Valmore! la mia figlia!..

E F onor , Valmor, 1’ onori..

Ger. Pover’ uom ! Andiamo. O Chi a.)

Ars. Mar. ( piangenti ) Oh Chiara !

Coro Lunge . . . lunge! a sua rea sorte

Come averne mai pietà!

In sieme

CuiÀ. Sì, prigion, catene, morte, (m dispera?.}

Su

me

pur

e inferocite

Ornai più non in’ atterrite,

Sol la vita mi fa orror.

Ah ! Il mio Giulio ! io con lui.

No , crudele , io no , non fui.

Non m’odiate, mi lasciate...

Padre mio!... non posso... Oh Dio! Oh Valmor ! . . non maledirmi ...

La tua Chiara !.. il nostro amor !

PRIMO

Va. Am. Co. Sì, prigion , catene, morte...

Poca pena a tanto eccesso,

Onde, iniqua, da te oppresso

‘ir' questo

per sempre A cor.

1 1 il nostro

Aon osar i passi tuoi...

Chi svenasti insultar puoi !

E il tuo padre ! scellerata !

Si strascini, va, esecrata!

Come a noi del Mondo intero

11 tuo nome fia d* orror.

(Mi seconda già la sorte ,

Non vi ha di me sospetto*

Segua a fingere P aspetto

La virtù, pietà, 1’ amor. )

Di pietade un resto almeno

M

ON

G £

n.

Deh!

per

1

ei vi

parli

i in seno

7

S anco rea, ma a lei vicino,

Vo’ dividerne il destino.

Tu mi reggi , o mio fedele ,

Io soccombo a tanto orror.

Sì, pi- igion , catene, morte,

Non ci vuole compassione :

Per atroce infame azione ,

Ci vuol proprio un cricc di cuor. Ferina là! saria capace!

Lascia almeno i morti in pace. Non fu lei ! P ammazzerei . . .

Lo sentite? via obbedite,

Non è tempo più di scene

Vi farem passar 1’ amor. Àrs. Mar. Ah ! prigion , catene , morte ?

Per lei gemo, sventurata ! Se da tutti abbandonata,

A voi resta il nostro cor,

?

38

Fris.

ATTO PRIMO Innocente in Dio fidate:

Degli oppressi è il difensor.

Vi seconda già la sorte ? (a Mon.)

Non vi fìa di voi sospetto :

Segua a fingere P aspetto La pietà . virtù ? 1’ amor.

(Chi a. avviandosi scorge V alcova ^ e vorrebbe slanciarvisi. Val j Ger.j tutti s" oppongono frementi. Ella nc desolala. Il di lei sguardo sJ incontra in Mon. che finge la massima penaj c sJ avanza per abbracciarla: ella inorridisce si scosta j apre le braccia j ma e strascinata da’ Domestici j volgendosi sempre verso Val.j questi s’ abbandona su di una sedia confortalo da Am, e. e da’ Cavalieri. Ger. segue Chia. Mon. resta appoggiato a Fris. Ars. e Mar. colle /traccia alzate al Ciclo. Gruppi analoghi.)

FINE DELI/ ATTO PRIMO.

*

ATTO SECONDO

SCENA I.

GABINETTO.

Marianna . tergendosi le lagrime.

N

-Lio, no, sembrerà vero...

Ma vero non puot’ essere ... No , Chiara Non puot’ esser colpevole ... ed intanto Là... in fondo d’ una torre ... incatenata . Come la più esecrabil malfattrice!

Che orrori e già comincia l’infelice A perder la ragione. Ali!... Mai, mai tanto Nella mia vita ho pianto! {siede presso un tavolino)

SCENA IL

MoNTÀLBANO , turbatOj e MARIANNA.

Mon. Quale stato angoscioso!...

Non so ... vorrei pure indagar !... non oso»

E Frisman!.. (*) Può costei... Buona Marianna (**)

(*) (. scorgendo Mar.) ('*) ( accostandosi a lei) Mar. Oh! Voi, signor! Vedete... {mostrando le sue lagrime)

( $ alza )

Per lei ! ...

Mon. Ma voi non siete

Nel mio caso crudel.

Mah. Ma soffro assai.

Però non disperiamo. Farà il Cielo Scoprir la sua innocenza ... Oli ! son sicura, Mon. Ma tutto contro lei , tutto congiura.

E come si trovava {con arie)

Dietro quel cortinaggio?

M AR. Chi lo sa ! forse per combinazione.

Avrà veduto il colpo... e svenne.

Mon. (Dio!)

E credete?. , (s’è vero?...)

Mar. E un dubbio mio.

SCENA III.

GerVASIO , e i precedenti.

Ger. Ecco la prottetl’ice ( entrando )

Di quella buona lana!... e cosa dice?...

Mar. Ma quel che non è dubbio ... poverina !

E che la sua rovina Fu l’anima più nera!...

Mon. Chi?

Ger. Scommetto

Che fa il mio panegirico!

Mar. E’ antico

Di lei fiero nemico...

Ger. Eh!... (segnando stesso)

Mar. Quel maligno,

Quel tigre di Gervasio ... che mostrava Quelle prove a suo danno... e ne godea!... Ger. Gervasio non è tigre, essa è la rea. (avanzando) Mar. Tigre ! si !... mostro!... serpente!... (con Ed ancora tutto è niente... tutt’ impeto) Solo voi che 1’ odiavate ...

SECONDO 4i

Tutto il mal ne dicevate ...

La matrigna!... la smorfiosa!...

D1 ogni inezia... d’ ogni cosa... L’accusaste... trionfaste!...

Ma supposti... falsità!

Eh! ma il Ciel no ’l soffrirà.

Ger. Protettrice impertinente! 0 riscaldandosi )

Ciancia, dice... e non sa niente!

Se parlai... se mi scaldai...

Fu dover... non accusai...

Fu 1’ onor del mio padrone...

Sono prove vere e buone.

Cara!... inezie le chiamate!

E lampante verità.

Basta!... Zitto!... Via di qua!

Mon. Le apparenze più veraci

Si scoprir’ talor fallaci.

Chiara amava quel bambino ...

E coni’ esserne assassino !

Chi sa qual combinazione!

Sì... le prove saran buone...

Ma provar dovrien per lei Suo eandor, virtù, l’età.

Sì. Discolpa troverà.

Mar. E alla fin trionferà.

Ger. Non Signora!... Non Signore!

M ar. Ma vedete che furore !

Mon. Ah!... fra noi, Maestro caro... (affer-

rcindolo per la rnaiiOj, e con forza)

Qui bisogna parlar chiaro.

Vo’ ragion di quel che dite ..- E tremate se mentite.

Falso un detto ... od un sospetto ... Molto a voi costar potrà.

Ger. Il Maestro non mentisce ... mezza eoa)

Mar.

Mojr.

Ger.

Mo«.

Ger.

Mar.

Moa.

Mar.

Ger.

Mar. Mon. (c Mar.

Mo.n.

Ger.

Mon.

ATTO

Non inganna ... non s’ inganna.

Quel che Chiara appien tradisce...

Che in giudizio la condanna... ( con E una scala ... un fazzoletto ... forza) Quel pugnale !...

(Oh Cielo! Io gelo!) Dimandate a lei che meco ( con amarezza In sua man già li mirò, segnando Mar.) Si pon dar oggetti eguali.

E... (non oso) Chiara... adesso... C ansio) Sopra oggetti fatali Che rispose ì

Non parlò.

( Ah ! respiro. )

E confessò.

Beo confesso! ed il processo...

Si può dir che terminò.

Ed allor !... ( agitatissima )

Ohimè !... Tacete. ( con affit¬ talo raccapriccio)

Saria vero ! La sua sorte !... ( tremante )

Eh ... si sa ... Non fo per dire ... Morte.

Morte ! (con grido)

upo) E... Oh Dio! qual morte!

La mia Chiara ad un supplizio!... (piang.) Ali ! eh’ io prima ne morrò.

La mia figlia ad un supplizio ! ( desolato )

Ah! sorviver non potrò.

La mia Chiara ad un supplizio !...

(cantra facendo Mar.j poi grave)

Svenò Giulio. Il meritò.

(a 3 )

D’ un padre infelice Pietà del dolore.

SECONDO

Sperarla mi lice Dal vostro bel core.

E voi ... non ardite ...

Oli Dio... compatite...

Di tante mie pene Soccombo all’ orror.

(L’ affanno s’ ostenti ...

Riparo si tenti,

E contro la sorte Sii forte , o mio cor.)

E quel brutto vecchio

Dall’ anima dura (.

Per lei forse esulta Di tanta sciagura !

Ma ancora avvilito Lo spero, e punito.

Di Chiara il trionfo Speriamo , o Signor.

Noi poi , parleremo ...

Allor la vedremo...

Va là, brutto vecchio,

Del Mondo 1’ orror.

Ah ! ali !... La ragazza (verso

Dal tenero core ...

Che langue , che piange Degli altri al dolor !

Non son tenerino ,

Com’ è la Signora,

Ma il vostro destino , Deplora il mio cor.

Noi poi parleremo ...

Sì... sì... la vedremo...

Mia cara ragazza !...

Bel fiore d’ amor !

43

(a Mar.) (a Gei\)

erso Gt/‘.)

(a Mon.)

(a Ger.)

Mar. con di le già)

( a Mon.)

( partono )

44

ATTO

SCENA 1Y.

VOLTE SOTTERRANEE DEL CASTELLO.

Scala alla sinistra. Un sasso, un rozzo tavolino: due sedie.

Un profondo silenzio è interrotto dalla voce di GflIARA^ che dalla vòlta attigua viene cantando. Tutto in lei dinota una mentale alienazione.

Ciiia. Giunse V ora fortunata

Che V univa al SUO tesor . . . {ella si ferma: siede come trattenendosi con alcuno j osservan¬ dolo teneramente e in ansiosa aspettazione')

Non mi risponde !- ov’ è? Mi stava presso... Cantava meco-e adesso!- Oh! - la mia mente!... La mia memoria!... Io soffrii tanto! - e niente Più mi ricordo - par mi ... come un sogno... Stava in un ciel di gioje...

Me un Angelo guidava...

Quest'Angelo me amava...

Io gli donava il cor... e poi...(*) Gran Dio!

(*) ( volgendosi il di lei piede urta in una catena che sta sul suolo ) Quella catena! - Io n’ era cinta -sciolta ( cercando Io qui ne venni - ed ora! . . risovvenirsi e agitandosi ) E come qui? - perchè? - La mia ragione A tenebrarsi torna - già m’assale Quel tremito mortale . . .

Mi s’offusca la luce...

M’abbandona il vigore...

Manca il respir ... e mi si gela il core, ( vacillando

si porta sin presso la sedia ^ ma cade sul suolo j colla Lesta e un braccio sulla sedia )

SECONDO

45

SCENA V.

VALMORE dalla scala . CHIARA svenuta.

Val. La tirannia, la crudeltà, poterò Tombe spaventose A’ viventi apprestar? - e in questi orrori Ella!... e per cenno mio! » Chiara!. . che miro?

( avanzando j la vede a terra j vi accorre agitatissimo

la osserva con pena )

Là... stesa alsuolo ... estinta ! - ah! no -Rinviene... Oppressa... il cor le batte appena -oh! come... Oli ! come un batteva Contro del mio quel cor!

LiHIA . (riavendosi j toccando il cuore ) Qui... mi pareva...

E si riaccese !- Tale ritornava,

In que’ giorni ridenti,

La calma in questo sen. {si concentra >

Val. Ciel! questi accenti !.. .

E ancora! ... Chiara!...

Chi\. ( tristissima ) E chi la noma? e morta,..

Povera Chiara! -A riunirsi in Cielo Andò col suo Giulietto.

Val. ( colpito ) E può la colpa

In tal guisa parlar !- Dell’ innocenza Non è quello il candor?-Oh figlio!... oh Chiara!..

{ accostandosi')

CmA.Ove son?- Questa voce!...

Ah!... ( come rapita )

Val. Non la riconosce {con tenerezza)

Più il tuo cor?. . .

Ghia. Sempre... Qui...(*)Ma il suo furore! . ..

{reggendo V al.j e fuggendo atterrita)

Val. No, Chiara. -Non fuggir dal tuo Vaimore.

'

46 atto

ChIÀ. (con grido di gioja9 c in tulio, l’espressione di tenerezza )

Ciel!-Fia vero! -Il mio Valmore!...

Non m’uccidi! (poi timidamente)

Val. (affettuosissimo) E il temi ancora!

Chia. Non m’abborri? ( respirando )

Val. T’ amo ognora.

Ghia. T Orna a dirlo. (in trasporto)

Val. . T’ amo ognor.

Ghia. , Lascia, lascia ch’io respiri...

Troppe gioje in un momento.

Io non so se ancor deliri...

Se un incanto mi rapì...

Ma ti vedo... ma ti sento...

E vorrei morir così!

Val. { Cessa , cessa dai sospiri . . .

T’abbandona al tuo conlento.

No , mia cara -, non del iri . . .

Della gioja tornò il dì.

Quanto è dolce tal momento!

Io vorrei morir così!

Val. Che perissi io non sobria,

A salvarti qui venia.

Ne’ ti asporti tuoi compresi L’innocenza del tuo cor.

Ghia. Era un Dio che t’ ispirava :

Ti guidava a favor mio.

Innocente, sì, son io...

Per quel Dio , pel nostro amor.

Val. Squarcia adunque in faccia al Mondo L’ atro vel di rea apparenza.

Pura brilli tua innocenza...

Abbia Giulio sua vendetta... ( Ghia, c col¬ pita ad ogni espressione che va tra sèj atterritOj ripetendo)

L’ara, o cara, poi n’aspetta...

Ed appien felici allor.

]hia.

f AL.

!

Ghia.

Ghia.

Val.

Chia.

Val.

Ghia.

Val.

Ghia.

\ AL.

Ghia.

Val.

Ghia.

SECONDO 47

(Ma v’è... ma v’ è più orribile Cimento per un cor!

E eli i sarà la vittima!...

L’amore, o il genitori )

(Ma che repente l’agita... ( osservandola)

Qual fremito, e terror?

E, al suo terror, qual sùbito Gelo mi scende al cor!)

Oh Chiara!...

( Ohimè ! . . . )

rp^ T

lu gemi:..*

Ora!... Deli, vien...Tu tremi!... Resisti !...

Ah !... ( soffocata dall’angoscia)

Quelle 1 agrime ! . .

Parla . ..

Signor... ( affannosa incerta)

Signore !...

Non son più il tuo Vaimore!

Tu... mio!... (e il padre!... Oh Dio!) Vieni. Ti scolpa... ai Giudici...

Ai Giudici !... (che orrore!) ( atterrila )

La mia pietà ... l’amore!...

La tua pietà! ... l’amor! ...

E tu resisti ancor!

. (a 2)

Ali! più terribile del tuo furore (in trasporto E per quest’ anima bell’amore. disperi) Per una misera, in odio al Cielo,

E pena... è inutile la tua pietà.

Più eh’ altra, orribile è la mia sorte:

Colpa se parlo, se taccio è morte.

Per te perduta, del Mondo orrore, Senza difese, senza Vaimore,

E come vivere Chiara potrà !

48

Val.

SCENA VI.

GRANDE VESTIBOLO.

Cancelli nel prospetto. Ombrosi viali in lontananza.

Alla sinistra, porta che mette ad una cappella, il vestibolo è fregiato da armature, trofei, bandiere appese, ec.

MONTALBANO e FrISMAN.

Mon. Frisman, il Ciel per noi s’ oscura 5 Fris. E vero.

Anzi è già mollo nero.

Mon. Chiara verrà guidata

Questa notte a Parigi , esaminata.

L’ onor mio, la mia sorte, la mia vita, Dipendono da lei. Se un solo accento!... Fris. Ella non parlerà. Quel giuramento...

Mon. E le torture! è d’uopo,

D’uopo assolutamente d’ una fuga...

Di salvarla ... e salvarci.

Fris. In qual maniera !

ATTO

Vaimore, ah! svenami, l’ultimo pegno Dammi d’ amore e di pietà.

Ah! già tradivano il reo tuo core ( con tre-

more rabbia crescente') Quell’ atro tremito, quel fìer terrore.

In fronte, o perfida, t’imprime il Cielo Or la barbarie e F empietà.

Quella vii anima fu mai capace D’ un amor tenero , di fe verace.

Per te, spietata, morto è Vaimore;

D’ averti amata fremo d’orrore...

Va , la tua vista orror mi fa.

Infra i più orribili strazj di morte

Quell’alma perfida spirar dovrà, {parte)

SECONDO 49

Là... tanto custodita!...

Mon. Ah! Se Vaimore!...

Conosco il di lui cuore.. .

Fnis. (osservando) Eccolo. Ma v’ è seco quel Maestro!... E contro Chiara è tanto inferocito!..

SCENA VII.

"VàLMORE avanza lentamente: ora cupo, ora astratto , si ferma, pensa, smania: GervASIO presso lui , commiserandolo.

M ON . Oli ! buon Gervasio!... {verso Ger.)

Ger. Zitto! In là. Non vuole

Veder nessun, non vuol udir parole.

Mon. Ma . . .

Ger. ( con fremito ) Colei ! Tutto per colei !... scusate . . .

Povero padre! eccolo là, guardate.

Sospira... freme... piange...

Non fo per dir , mi cava proprio il core.

Val. bella !... tanto amore !... (co/i passione )

Ger. Egli era poco fa tutto feroce...

Vendetta . . . morte ... e adesso !...

Val. Ali ! qui . . . ( toccandosi il cuore')

Ger. il suo male

%

E proprio lì, e un po' qua. ( segnando il Capo) Val. ( scuotendosi , e fremente) M*1 ucciderei.

Strapparti , , debole cor , vorrei.

Mon. Egli par combattuto.

G e r .E se in p re innamorato,

Eh !... colei P ha stregato.

Val. Ed or morte!... or patibolo!... Maestro!.. Ger. Sono qua ... ( accorrendo )

Val. ( come vacillante) Sorreggetemi . ., che orrore! . . Mon. Sembra commosso. Vo’ tentar. Vaimore!... Val. No !.. . (co« grido)

3

«

o Val.)

£

DO

ATTO

Ger. Bravo !... Forti !.. .

M on. ( piano a Fris.) Oli Frismau ! . . . Fris.

Insistenza !

SGErSA Vili.

ÀRSENJO e i precedenti.

Ars. Qual Angelo!.. Pietà... virtù... innocenza, (fra sé) Bassegnazion , cotanto

Sublimi... eroiche!... e intanto!... (sosp. e si ferma) Mon. Arsenio amò ognor Chiara... Di Vaimore (a Frisi) Ei può molto sul cuore...

Fris. Per lei d’ interessarlo ora provate.

>1 on. Rispettabile Arsenio!... (con rispetto)

Ars. Voi !... ( Dio ! ..) Voi !... ( yoF

( Scellerato ! ) guidasi s e con fremito crescente)

Val. Oh buon padre!.. (scosso e verso Ars.)

Mon. (Ohimè !)

Ger. CIP è stato! (convu ho)

Ars. (Io fremo.)

Fris. (Forse ! ) (a Mon.)

Ars. (Ah! Giurai.) (contenendosi)

Ger. (guardando tutti) Capisco niente.

Mon. (Io tremo.)

Val. La vedeste?... (con premura ad Ars.)

Mon. Fris. Ger. Chi ?...

Val. Col ei . . . (con pena)

Mon. Fris. Ger. Colei ! . .

Ars, La sciagura rispettate. (a Ger. j Mon. e Fris.)

Che Dio giudichi aspettate.

- la vidi - cou lei piansi . . .

E ben merita pietà.

Ger. Sta a veder ch’ella ha stregato (a Fris.) Anche quel buon vecchietto !

Val.

Mon.

A us. Mon.

Gek.

Mon.

Val.

Mon.

Ger.

Ars.

Ars.

SECONDO 5 1

A voi dunque ella ha destato ,

Uom del Ciel , pietà nel petto !

( Ad amarla avvezzo il core ,

No, che odiarla, oh Dio! non sa.)

M pietoso vostro accento (ad Ars. con simu- Dolce in sen conforto io sento, lazionc ) E di speme c di coraggio Raggio ancor mi brilla in cor.

Speme , voi ! Coraggio ancora !... ( /issandolo Voi !... e marcato')

Sì, un padre , è padre ognora. ( con E per lei, che proteggete, fìnta pena) Deh , voi meco intercedete :

Che la salvi pronta fuga Di sua sorte dall’ orror.

Che? salvarla? . . . ( con rabbia)

. . . Vaimore !...

Lo potrei ?...

Se lo volete,

Non lo fate . . . no ’l dovete.

E con chi?... (marcato a Mon.)

Con me.

Con voi !...

( Ciel ! )

Mon. Valmor . . .

Ger. Signor !...

Val. ( agitatissimo ) Tacete.

Ger. Vostro figlio !... (con forza a V al.)

Val. Dio !... (con raccapriccio)

Mon. Fris. Ars. Pietà.

(a 5)

Mon. Ah ! fissar i sguardi miei (a Fris. in

Io non oso in quell’aspetto: disparte) Se scoperto ha mai da lei !...

5 3 ATTO

Fremo a fatai sospetto :

Da un’ ignota smania atroce Sento in petto oppresso il cor.

E d’ orribile periglio

Non so vincere il terror.

Frts. Alt! pur troppo io lo temei O Mon.) A que’ sguardi , a quell’ aspetto :

Ei scoperto ha già da lei!..

Su noi veglia fier sospetto;

Ma d’ usato ardir la voce ,

Or raccenda il vostro cor. j Nel più orribile periglio

Forza ed arte han vinto ognor.

Àrs. (Freno, a stento, i sguardi miei Di quel perfido all’ aspetto :

Nuova trama contro lei,

Forse l’empio cela in petto.)

Parli a voi del Ciel la voce Della misera a favor.

Ab ! f involi al suo periglio Fai.)

Generoso il vostro cor.

Ger. (Questa qui veder vorrei,

Ma di tutto io già m’ aspetto.

Ab ! Gervasio , dove sei ?.. .

Questo... quello, or m’ è sospetto.) Dovria solo udir la voce Di giustizia e di rigor.

Eli! non vai ragion... consiglio,

Tempo perso coll’ amor !

Val. Ab! del figlio a’ sguardi miei,

S’ olire 1’ ombra inulta e mesta , Vendicarla pur vorrei . . .

so qual poter m’arresta:

Par del Cielo arcana voce . . .

Geme ancor, non vinto, amor.

SECONDO $3

Date , o padre, voi consiglio (ad Ars.) A dolente incerto cor.

Ger. Non v’ è, non v’ è più tempo , ( dopo ti re r

Gli Arcieri da lontano, osserv, dal fondu) Mon. (Coraggio, Mantalbano. ) ( deliberato )

Val more! ... la mia figlia! . . . ( con fìnta Salvatela . . . rendetela desolazione)

Al padre per pietà.

Ger.

Salvar

gran colpevole!...

Mon.

Ah,

no

. . . eh’ ella è innocente.

Val.

Ebb

ene

, che discolpisi.

Ars.

Sapete

VOI l . . . (a Mon.)

Mon.

Furente . . .

Di tutto , per difenderla , D" un padre disperato, Capace il cor sarà.

(a 5)

Mon. No... mai, per quella misera (a Val.) D’ amor verace ardeste :

D’ orrenda sorte vittima Lasciarla non potreste,

A fier supplizio . . . o barbaro ,

Colei che v’ amò !

La figlia mia rendetemi . . .

In salvo io la trarrò.

Son padre... e, pria di perderla,

Per lei morir saprò.

Ger. Troppo anzi ei cieco e misero Mon.) Per lei d’ amore ardea :

E giusto eh’ ora vittima Ei lasci chi è rea.

Fu lei . . . fu lei la barbara . . .

Chi Giulio trucidò ?

Non fate il bravo .. . strepiti

54

ATTO

Gli Arcieri io chiamerò , lo som Gervasio . . . e un diavolo.

Al caso, io diverrò.

Val. Ali! mai vi fu più tenero... {a Man,) Del mio più vivo amore :

Per lei son io la vittima D’ eterno rio dolore.

Supplizio e chi più barbaro . . .

Chi mai del mio provò?

S’ ella è innocente . . . scolpisi,

Udirla ancor potrò.

Aneli’ io fui padre ... e rendermi Più Giulio mio chi può?

Ars. I ber’ contrasti, o misero, (rer-so i v</)

10 leggo del suo core:

11 Ciel salvar la vittima Saprà col suo favore.

Io dal furor d’ un barbaro Difenderla saprò.

Oh ! sveli il Ciel quel perfido Che Giulio trucidò !

In ore terribili

Conforto a lei darò.

Fnis. Un fìer momento accostasi . . . {fra sè) In sen mi batte il core ,

Se Chiara è tratta ai Giudici!...

Se svela 1’ uccisore I

Sol pronta fuga e rapida

Salvare ornai ci può.

Ah ! che a tradirci , perfida ,

La sorte cominciò.

Ma il suo destili dividere

Io fido OgUOr sapl'Ò. ,( verso Moni.)

{Val. e Mon. partono insieme. Jrs. li segue. Ger. e Fns . li accompagnano come in attenzione cV ordini ulteriori )

SECONDO

55

SCENA IX.

Amelia , Dame, Damigelle secoj tutte con nere sciarpe. Alcune con rami c corone di mirto e cipresso.

Ame.AI pio funebre officio

Apprestiamo! , o compagne, all’innocente, Bell’ anima di Giulio olfriam tributo Di sospiri , di pianto . . .

E della pace, e della gloria il canto. (.»' avviano

ed entrano nella cappella) (Vassalli e Idillici che sopraggiungono in atto cupOj

misterioso j e si dividono in gruppi)

Mar. Povera Chiara! N’ è deciso. Tratta

S ara a Parigi: ed ecco là! curiosi... ( versoi Maligni . . . furiosi . . . villici)

Che aspettali di veder la sventurata . . .

Per gioirne . . . insultarla forse !...

Co RO (volgendosi a Gcr. che arriva) Ebbene !...

Colei !... signor Gervasio ! . .

Gru. Or or ... già viene.

Mar. Ella dunque !... O Gcr.)

Ger. Vaimore al grado estremo

Spingea la sua bontà... o... non fo per dire, L1 amor suo. Ma, colei uon gli rispose Che le solite cose . . .

Sotto innocente. ( contraffacendo Chiara)

Mar. E il credo ben.

Ger. ( amaramente ) ! e quando

Si vide in faccia il padre . . . convulsione . . . E svenimento !...

Mar. Ab ! quella faccia !

Ger. Allora

Il padre desolato . . . pover’ uomo !

56 ATTO

Partì col suo Scudier... chi sa per (love! Valmore, fuor di sè, fu trasportato Alle sue stanze. Ed io . . non fo per dire, Faciente Contestabil del Castello,

Per orditi di Vaimore, debbo in formi s Consegnarla agli Arcieri.

Coro (< osservando ) Eccola, appunto!

(verso Chia.j frementi , minacciosi")

Guardala! Iniqua!

Mar. Il gran momento è giunto!

SCENA X.

Dal fondo arrivano gli Arcieri, preceduti da un UffizIALE, e si schierano. Dalla destra CflIARA, che avanza macchinai - mente. ArSENIO è al di leifancoj quattro SCUDIERI la scoi tano. Domestici , Paggi, ec. Marianna accorre & Chiara,

Ars. Figlia!.. ( con compassione a Chia .)

Ghia. ( scuotendosi ) Figlia !.. All ! voi siete ! ( osserva presso

di sè. atterrita j quasi temendo vedersi vicino Moni)

Voi non m’abbandonaste!

Mar. E nemmen io!

Ghia. Buona Marianna! Addio!

Tutto è finito ornai

Per la povera Chiara. Incontro io vado A mia barbara sorte. ( avviandosi . 1 Villic vassalli s’ a- vanzano contro lei^ snudando daghe j sciabole j inarcando pistòle)

Cobo No: qui... crudel, aver qui dei la morte.

Di Giulio sulla tomba Il sangue reo versar...

Ger. (verso il Coro) Ehi! ehi! che fate?

(un cenno agli Arcieri che già sJ avanzavano per difenderla) Ars. (solennemente j e facendosi scudo a Chia.) Olà ! fermate.

Furibondi! sta a Dio!

SECONDO 5;

vCiìI A. (staccandosi j e con fermezza) No... 110 : lasciate.

Ali! lasciate elle il fine s’affretti (a Gcr. c D’esistenza si orrenda e funesta. ad Ars.)

Ogni istante di vita m’ appresta Nuova angoscia, peggior del morir.

Ecco il seno, il mio sangue versate, (al Coro ) Questo suol... caro ognor!.. ne bagnate.

E di Chiara innocente sul fato Talor desti a Valmore un sospir.

Cono Innocente !...* Ed ancor!.. Qual concento!**

( fremente ** Dalla cappella odesi un suono d* arpaj indi canto )

Là... per Giulio! Ah! quel canto... quel voto... Accompagni devoto ogni cor. ( i Pillici e

V assalii si prostrano verso la cappella j e ripetono il canto)

CORO DI DONNE ( dal tempietto)

Tu, che di cetere celesti al suono,

Or, là, fra gli Angeli, Iddio sul trono Onori, adori, nel suo fulgor,

Giulio !.. sii 1’ Angelo di queste mura.

Del padre allevia l’atra sciagura:

Nostro custode, consolator!

(si prostra , e come ispirata)

Ghia. Te, là, fra gli Angeli, cui simigliasti, Nell’alma gloria che meritasti,

Te, Giulio, invoco mio difensor.

Ah! sì, difendermi tu sol potrai.

Tu ben lo sai s’ io te svenai.

Tu di quest’ anima vedi il candor.

Te invoco, o Giulio, mio difensor.

Ger. Or a voi. (agli Arcieri J che avanzano verso Chia.)

Ghia, (deliberata) Sì: andiamo. (Ed egli!., (osservando Ah! mai più!..) alV intorno j da lunge con passione) Ame. (esccndo s* incontra in Chia.) Cielo!.. (fremente)

ChIA. (verso Ame.* come per baciarle la mano) Signora!..

58 ATTO SECONDO

Ame. Sciagurata!* Ella qui ancora!** (* respingendola Chia. E voi pur ! , in’’ allontano. *maGcr.)

E d’ ognun così in orrore!

Non v’ è un core più per me.

Dio! Tu almen! (vòlta al Ciclo J con

Ars. ( ponendogli la destra sul capo ) Sì, Dio è COtl te. fervore') Ghia. Sì, da te, Superna Fede, (rianimandosi 3 c con Vien la calma eh’ or io provo, esaltazione La costanza che ritrovo religiosa )

Presso a morte nel mio cor.

Vissi sol per la virtude,

E a morir per lei in’ avvio.

Per me il Cielo si dischiude,

trionfa il mio candor.

A voi caro il nome mio

Tornerà in sua gloria ancor.

(E Vaimore! Dammi, o Dio,

Forza a vincer puro amor.)

Coro (Eppur sento, a quell’accento, - Disarmarsi l’ ire in cor. )

Vanne... Vanne... Sciagurata!

Non odiata parti ancor.

(Chia. dignitosa guarda tutti: s’ appoggia ad Ars. j e s* allontana seguita dagli Are. Gruppi analoghi)

FINE DEL MELODRAMMA

I CORSARI

AZIONE MIMICA IN CINQUE ATTI

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6i

ARGOMENTO

Infestavano la Costa di H'arroch e le Provincie di Darnecleugh nella Scozia una tribù di Zingari, che tene¬ vano parte a diversi Corsari Contrabbandieri. Nel tempo che Bertratn di EAlengowen fu eletto Governatore di quelle provincie , e dal giorno in cui governò , si diede egli a perseguitare i Zingari ed i Corsari , facendo uccidere il loro Capo, c gli altri tutti allontanò da que 9 luoghi, sotto pena di morte se uno di loro fosse ritornato a Portar- Ferry: e tanto cm il di lui odio contro quell9 orda, che distrusse persino il Villaggio di Darnecleugh.

Un certo Glossin, Sceriffo Scozzese , die aneli9 egli in quel

V epoca era uno de9 più accaniti nemici del Conte Guglielmo Farney , per usurpargli le ricchezze , lo calunniò come uno de9 complici della tribù de9 Corsari. Farney fu man¬ dalo in esiglio , e dovette colla fuga sottrarsi al furore del suo nemico. Era U amey perdutamente innamorato di Lidia , fglia di Bertram , la quale cragli già fidanzata ; e prima della sua fuga raccomandò tutti i proprj inte¬ ressi a Lord Douglas , che, dovendo per necessità con¬ versare di sovente con Lidia , se ne innamorò perduta- mente. Fedendo quindi la difficoltà del ritorno dell9 a - mico , aspirò egli stesso alle nozze di Lidia, e giunse

facilmente ad ottenerne il consenso paterno. Farney, che per molto tempo aveva trascorsa l9 Irlanda e l9 Inghil¬ terra, vedendo rallentata la corrispondenza per parte del-

V amico Douglas e di Lidia , decise finalmente la propria vita, portandosi alla patria onde abboccarsi coll9 amante ... Egli vi giunge appunto, e si presenta all9 amico il giorno istesso delle di lui nozze. L9 assistenza de9 Corsari, la costanza di Lidia e la generosità dell9 amico Douglas

fanno trionfare V innocenza di Farney , e formano l9 in¬ treccio e lo sviluppo dell9 Azione tolta da un Romanzo di Walter-Scott.

Che se questa mimica Azione incontrasse al Pubblico e ne ottenesse il di lui suffragio , più che al merito del lavoro, vorrebbesi attribuirlo ad una bontà di cui tante volte venne dato al Compositore d9 e sperimentarne V effetto.

6s

PERSONAGGI

Lord BERTRAM di Ellesgo- wbs, governatore di Portan- -Ferry.

LIDIA, sua figlia, un tempo pro¬ messa sposa a Varney.

Miledi BERTRAM, di lei zia. Conte GUGLIELMO VARNEY.

Lord DOUGLAS, colonnello d^un reggimento Scozzese, amante di Lidia.

.SUMENDRÌ , mer di Scozia.

GLOSSIN, sceriffo e magistrato della provincia, nemico di Varney.

MERILOS, corsaro.

ALIX, governante di Lidia.

CALEB, carceriere.

DONALD, servo di Varney.

ATTORI

Sig.r Bocci Giuseppe.

Sig.3 Colombon Luigia. Sig.a Grippa Carolina.

Sig.r Montani Lodovico.

Sìg.r Ronzani Domenico. Sig.r Pagliaini Leopoldo.

Sig.r Trigambi Pietro.

Sig. r Ghedini Federico. Sig.a Superti Adelaide. Sig.r Baranzoni Giovanni. Sig.r Gaprotti Antonio.

Uffiziali Scozzesi Dame Cavalieri Paesani e Paesane Scozzesi,1*— Zingari Corsari Paggi Marinaj - Armigeri Soldati Ministri di Giustizia Dolf, armigero di Douglas.

L’azione è in Scozia:

Bill’ alto primo sulla Costa ili Warrocb, e uegli atti susseguenti a Portan-Ferry.

L’ epoca è nel i652.

ATTO PRIMO.

Rovine del Villaggio di Darnecleugh. Da un lato una tomba su cui leggesi: Qui giace Rattringh il Corsaro.

X Corsari di Warroch gemono sulle rovine del villaggio che gli accoglieva, e sulla tomba del loro capo; e mentre s’avviano risoluti di prenderne vendetta, il Conte di Yarney trovasi fra loro sotto abiti dimessi. Egli racconta ad essi le persecuzioni del perfido Glossin, la sua fuga , e l’abban¬ dono della sua fidanzata, la figlia di Lord Bertram. I Cor¬ sari s’offrono a secondarlo nelle sue mire, ed a giovarlo dell’opera loro. Accetta l’offerta Yarney, e, presi gli oppor¬ tuni concerti, risolve di recarsi solo e sotto mentite spo- i glie a Portan-Ferry, onde scoprire le trame de’ suoi nemici.

ATTO SECONDO.

Parco attiguo al Castello di Lord Douglas a Portan- Ferry.

Yarney è con Douglas , il quale ammanta sotto le 9em- ùanze del timore la sorpresa che recagli la sua venuta Ltendendo al proprio castello Lidia, a lui dal padre sa¬ rdamente fidanzata. Douglas è costretto di rivelare al¬ amico che Lidia deve trovarsi nel proprio castello, onde ssistere ad una festa ch’ivi avrà luogo. Tratto dall’amico nascondersi, Yarney approfitta del momento, e, fram- ischiandosi alla folla, presenta a Lidia un nastro celeste ìv farsi riconoscere. Sorpresa di Lidia. Si festeggiano le izze di Lord Douglas, la cui sposa è un segreto per tti e per Lidia istessa , lontana dal supporre che 1’ amico ;1 suo Yarney possa aspirare alla sua mano. Questa nuova >ne il colmo alla disperazione di Yarney, il quale ri- Ive introdursi nel castello.

ATTO TERZO.

64

Magnìfica Sala. Comincia a farsi notte.

Yarney è introdotto da Alix presso di Lidia. Loro amo¬ rosi trasporti. Proposizione di fuga fatta da Varney a Li¬ dia, che apertamente vi si ricusa j e laddove essa fosse costretta dal padre d’unirsi ad un altro, ciò che essa so- ; spetta, aprendo il verone, lo renderà cosi inteso della pro¬ pria sciagura. Si palesano le nozze di Lidia con Lord Douglas. Lidia cade svenuta: improvvidamente è schiuso il verone, e Yarney si presenta. Ben presto egli è sco perto , e senza la difesa di Douglas egli cadrebbe vittima sotto i colpi de1 Cavalieri indignati della costui audacia Yarney è condotto prigione, e la sua morte è decretata

ATTO QUARTO.

Carcere.

Yarney è salvato da Douglas e da Lidia, che, introdoli tasi nel carcere sotto spoglie maschili, prende il posto d< prigioniero. Essa non è ravvisata, ed è condotta in luog di Yarney al supplizio.

ATTO OUIINTO.

Atrio della Piazza di Portan-Feny.

In fondo la Rada ed il Forte di Warroch.

Sbarco de’ Corsari, che, intesi del prossimo fine di Ys ney, si nascondono onde salvarlo. Lidia è condotta al p tibolo. Mentre sta per salirvi , i Corsari sbuccano dai lo nascondigli e si battono cogli Uffiziali Scozzesi. In quei giungono Douglas e Yarney colla grazia del Parlamen Sorpresa di tutti. L’azione termina col quadro del trior dell’amicizia e dell’amore.